Descrizione

Statua delle tre scimmie sagge

Dimensioni: 4 x 3,5, altezza 3,5 cm

Materiale: bronzo

Provenienza: India

Epoca: contemporanea

Le tre scimmie sagge del santuario di Tōshōgū a Nikko

“Non vedo, non sento, non parlo”, queste parole si riferiscono al male, ovvero al “non vedere il male”, al “non sentire il male” e al “non parlare il male”. Queste parole vengono spesso associate a tre scimmiette, chiamate rispettivamente Mizaru, Kikazaru e Iiwazaru.

Il principio “non vedo, non sento, non parlo” è molto antico. Nei Dialoghi di Confucio, scritti in Cina più di 2000 anni fa, troviamo scritto: “Non guardare ciò che è contrario alla correttezza; non ascoltare ciò che è contrario alla correttezza; non parlare ciò che è contrario alla correttezza; non fare movimenti contrari alla correttezza.”

Dei monaci buddisti portarono questo proverbio in Giappone. Alla fine venne tradotto così: “Mizaru, Kikazaru, Iwazaru”, ovvero: “non guardare, non ascoltare, non dire”.

Nella tradizione buddista, questo detto serviva come ammonizione: non covate pensieri cattivi. Accanto alle tre scimmie compare a volte una quarta, in linea con le parole di Confucio: Shizaru, ovvero “non agisco” (il male).

Si può argomentare che il significato di questi proverbi non vuole affatto spingere ad ignorare il male (e meno che mai a minimizzarlo) ma piuttosto a non farsi contaminare. Teorie più moderne sul “non vedo, non sento, non parlo” citano il meccanismo dei neuroni specchio, per il quale assistere al male può avere effetti tossici e alimentare paure e perversioni interne.

Nel 1617 venne costruito a Nikkō il tempio Tōshōgu. Un altorilievo delle Tre Scimmie Sagge, mostra tre macachi giapponesi che rappresentano il non vedo (Mizaru), il non sento (Kikazaru) e il non parlo (Iwazaru).

Il mondo occidentale conobbe questa opera verso fine ‘800, fu allora che anche da noi iniziò a circolare il detto.