Descrizione
Statua di Shiva
Dimensioni: 7 x 3,5, altezza 11 cm
Materiale: bronzo
Provenienza: Nepal
Epoca: contemporanea
Shiva (letteralmente “il buono” o “generoso”)
Shiva e’ una delle più antiche ed amate divinità
pre-vediche. Le sue origini vanno ricercate nei Veda, i più antichi testi sacri induisti.
Rappresenta uno degli aspetti di Dio ed e’ la terza persona della Trimurti -la trinità indù-, all’interno della quale e’ chiamato “il distruttore”. Distruttore in quanto conclude i cicli di vita-morte per consentire a Brahma di iniziarne degli altri. Distrugge la separatività fra anima individuale ed anima suprema: questo evidenzia come l’appellativo “distruttore” non sia da intendersi negativamente. Consorte di Parvati e padre di Ganesh, Shiva rappresenta l’aspetto personale del Dio e Parvati e’ l’energia divina – detta Shakti -, che da lui scaturisce generando gli universi materiali. Shiva e’ anche il Signore di tutti gli yogi (i praticanti dello Yoga): l’asceta perfetto che ha il dominio sui sensi e sulla mente. Viene chiamato anche Nataraja – il Signore della danza-, tramite la quale viene manifestato l’universo che Shiva equilibra con armonia dando vita alla nascita, il moto e la morte dei corpi celesti.
I suoi attributi sono:
– il terzo occhio fra le sopracciglia: e’ l’occhio della saggezza
– il tridente che regge in mano: le tre punte rappresentano le funzioni della Trimurti
– creazione, preservazione e distruzione. Strumento per punire i malvagi sul piano spirituale.
Il controllo sul passato, presente e futuro.
– la mezza luna: indica il suo potere di procreazione e distruzione – tre linee orizzontali di Vibhuti (cenere sacra) sulla fronte: indicano l’assenza di ego, ignoranza e attaccamento
– zampillo d’acqua sulla testa: e’ il Gange (fiume sacro) che viene così calmato dalla sua furia distruttiva
– capelli arruffati: simboleggiano il vento come forma di respiro di tutti gli esseri viventi
– cobra intorno al collo: simboleggia l’energia dormiente (Kundalini)
– il corpo cosparso di ceneri funerarie che simboleggiano la vita e la morte in quanto nella morte sta’ la realtà ultima della vita
– ai polsi o al collo porta dei Rudraksha che simboleggiano le lacrime che pianse contemplando le condizioni del mondo;
una di queste lacrime cadde a terra e da essa crebbe l’albero di Rudraksha. Sua cavalcatura ed amico fidato e’ il toro Nandi.