Descrizione

Statua shamanica nepalese

Dimensioni: 3,5 x 3,5, altezza 16,5 cm

Materiale: legno dipinto e tessuto

Provenienza: Nepal

Epoca: primi ‘900

Statua shamanica nepalese

L’arte tribale Himalayana è caratterizzata dai suoi legami con lo Shamanismo, alla base di tutte le credenze religiose sia Induiste che Buddhiste. La ricerca etnologica sulla vita tribale Himalayana è ancora oggetto di molto interesse. I culti Shamanici indigeni presero varie forme, ma gli Shamani avevano poco potere politico e, raramente, la loro organizzazione sociale andava oltre il villaggio. Negli ultimi 2000 anni si trovarono difronte all’Induismo proveniente dal Sud e, poi, al Buddhismo proveniente dal Nord. I gruppi Buddhisti formarono una sorta di alleanza con gli abitanti originari, cominciarono a consultarli per i riti più importanti e continuarono anche le loro pratiche religiose.
Nell’Himalaya le religioni convivono e si influenzano reciprocamente. Il sistema a caste rende possibile a gruppi con differenti tradizioni di coesistere separatamente. Così lo Shamano è rimasto l’uomo povero, consultato per guarigioni, profezie e acquietamento di spiriti maligni, ma resta sempre il fondatore dei grandi miti della tradizione e dell’arte Himalayana.

Queste statuette con effigie di uno dei due sessi in varie posture, venivano date dallo Shamano alle donne o agli uomini con scopi propiziatori. In una civiltà rurale come quella nepalese, le principali necessità della gente erano (e nei villaggi sono tutt’oggi) la fecondità, la prosperità dei raccolti, la guarigione da malattie e la protezione da spiriti maligni e dal malocchio.